Nell’antica tradizione vedica l’Ashram è l’abitazione del Guru, del Maestro o, più semplicemente, di un insegnante di yoga che ha deciso di ospitare i suoi allievi per meglio trasmettere il suo insegnamento, quello dei suoi Maestri e della tradizione millenaria a cui fa riferimento.
L’Ashram è quindi un cenobio, un eremo, un posto tranquillo e silenzioso in cui la vita si svolge seguendo i ritmi della natura, i rituali della tradizione yoga, le regole indicate dal maestro.
L’Ashram è la vera casa dello yoga e “Yoga Vidya Ashram” significa “Casa della conoscenza dello yoga”
La caratteristica principale dell’Ashram è il lavoro che si compie su molteplici piani.
Alla base di tutto c’è il lavoro fisico, il lavoro quotidiano che ogni essere vivente è chiamato a svolgere per mantenersi.
In un Ashram deve essere svolto con lo spirito di karma yoga, il lavoro disinteressato, senza attaccamento alla mansione, alla lode, al riconoscimento; si deve semplicemente svolgere il compito assegnato dal maestro con il massimo impegno per ottenere il miglior risultato.
L’abitudine a questo orientamento mentale ci consente di svolgere meglio i nostri compiti quando saremo impegnati nel mondo del lavoro e della famiglia.
Poi abbiamo il lavoro psichico ed energetico che si concretizza nelle asana, nel pranyama, nel sadhana quotidiano e nelle altre pratiche eventualmente assegnate dal Maestro con lo scopo di migliorare l’equilibrio psicofisico e stabilizzare la base dalla quale partire per il lavoro spirituale.
L’evoluzione spirituale, una migliore comprensione della nostra realtà esistenziale e degli obiettivi che dobbiamo realizzare in terra, in questa vita, è il vero obiettivo dell’attività che si svolge in ashram.
Purificazione, meditazione, contemplazione, riflessione sono tutte pratiche che si svolgono meglio nel silenzio dell’Ashram, nello stile di vita dell’Ashram, alla presenza del Maestro che corregge ed incoraggia, illuminando la strada che deve necessariamente essere percorsa.
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