Come dobbiamo gestire la negatività in noi stessi come insegnanti?
In primo luogo dovete ricordare che voi non siete l’insegnante. Quando vi considerate l’insegnante, questo blocca l’apprendimento. Uno studente non deve mai smettere di imparare. Invece di ritenervi un insegnante, diventate uno studente più umile. Lo studente umile alla fine diventa un vero insegnante, perché non blocca mai l’apprendimento.
Quando insegnate yoga, voi insegnate asana, pranayama, shatkarma, meditazione e così via. Si discutono le varie pratiche, e alla fine del corso i partecipanti se ne vanno col loro certificato o diploma. Questa è la tendenza nell’insegnamento dello yoga, ma si tratta di semplice insegnamento didattico. Non si istruiscono le persone su come diventare un perfetto insegnante. L’insegnamento dello yoga non è confinato alle pratiche fisiche o mentali dello yoga. L’eccellenza nell’eseguire le asana non indica un buon insegnamento. Nemmeno le capacità di comunicazione sono il criterio per individuare un buon insegnante. Neanche leggere libri sullo yoga e parlarne agli allievi è la caratteristica di un bravo insegnante. A nessuno viene insegnato come diventare un buon insegnante.
Quali sono i requisiti di un insegnante di yoga?
Finché insegniamo solo asana, pranayama, tecniche fisiche, lavoro sulle ossa, sui muscoli e sull’energia, siamo in sintonia con i nostri corpi, con i nostri movimenti, con il nostro respiro, ma non stiamo gestendo la nostra mente. Controlliamo il corpo, non la mente. Ci assicuriamo che il corpo esegua le asana in maniera corretta, ma la mente è lasciata libera di vagare pensando a quello che vuole.
Insieme alla formazione nelle asana e nel pranayama, gli insegnanti dovrebbero ricevere un sadhana specifico per migliorare le loro capacità di insegnamento e imparare a gestire tutta la loro attività mentale. Di norma, ogni insegnante dovrebbe mantenere un diario in cui fa lo sforzo di assorbire, realizzare e praticare i principi dello yoga, non solo le pratiche. Scegliete un principio dello yoga e lavorateci per un mese, cosicché quel principio diventi il vostro sadhana da insegnanti per un mese. Poi prendere un altro principio, lavorateci per un altro mese, e così via.
Quali sono questi principi?
Molti insegnanti di yoga non sanno quali siano i loro punti di forza, punti di debolezza, ambizioni e bisogni. Quindi gli insegnanti di yoga devono praticare con regolarità il principio SWAN (Strengths, Weaknesses, Ambitions, Needs) del sadhana. Proprio come preparate le vostre lezioni sfogliando le pagine di un libro e prendendo appunti, e vi accingete a presentarvi in pubblico per tenere una lezione o una conferenza, così dovreste riuscire a guardare il vostro diario e capire che cosa siete e dove siete, e quale sia la caratteristica saliente della vostra vita in quel momento. Quale sia il punto di forza più evidente, il punto di debolezza più evidente, che cosa sia passeggero, che cosa sia in voi connaturato, che cosa sia un samskara, che cosa un desiderio. In questo modo, gli insegnanti devono tenere sotto controllo i loro stati mentali.
Allo stesso tempo, l’insegnante deve fare lo sforzo di essere in uno stato mentale positivo prima di tenere la lezione. Come? Non certo tornando a casa dal lavoro, cambiandosi in fretta e furia, ed entrando a pié pari nella lezione di yoga con tutte le tensioni del lavoro, così che finite per insegnare agli allievi a rilassarsi mentre la vostra mente è soggetta a tensioni e pressioni. Prima di tenere la lezione di yoga, l’insegnante deve assicurarsi di essere nella giusta situazione mentale praticando dieci minuti di meditazione. In questi dieci minuti di meditazione deve identificarsi con un principio dello yoga e diventare quel principio dello yoga.
Swami Sivananda ha dato indicazioni molto chiare sui principi logici che bisognerebe provare ad assorbire nella vita. Sono noti come le diciotto “ità”: serenità, regolarità, assenza di vanità, sincerità, semplicità, veracità, equanimità, fissità, non-irritabilità, adattabilità, umiltà, tenacia, integrità, nobiltà, magnanimità, carità, generosità e purezza. Come insegnanti, per un mese praticate per dieci minuti prima della lezione la serenità, e poi tenete la lezione, conservando quello stato di serenità. Come insegnanti di yoga, per un mese praticate l’assenza di vanità. Prima osservate la vostra vanità, poi cercate di controllare le vostre reazioni, il vostro ego, il vostro orgoglio, e tenete la lezione, osservando voi stessi così come gli allievi.
Pertanto, gli insegnanti di yoga devono diventare studenti più umili perché, oltre a insegnare in classe, dovrebbero imparare a gestire se stessi. Quando abbiamo l’idea dell’insegnamento, ci identifichiamo con l’ego. Quando c’è identificazione con l’ego, allora non è possibile la connessione con i principi dello yoga. Il criterio che contraddistingue un insegnante di yoga non è che dica alla gente come praticare lo yoga o come insegnare lo yoga. Per eccellere come insegnante di yoga, dopo la vostra formazione dovete identificarvi con i principi dello yoga, anziché con le pratiche. Insegnate le pratiche dello yoga agli altri, ma per voi stessi praticate i principi dello yoga. Solo allenandovi a gestire le vostre agitazioni e la vostra negatività mentale potete diventare un buon insegnante di yoga.
Ganga Darshan, Ottobre 2004
Quali sono le qualità di un vero insegnante di yoga?
Troverete la risposta nel libro Il Gabbiano Jonathan Livingstone. Il gabbiano Jonathan Livingstone era un giovane e ardito gabbiano che voleva imparare ad essere il più veloce nel volo. Nella vita sperimentò sia il successo sia il fallimento, ma riuscì infine a padroneggiare il volo. Alla fine, quando i giovani gabbiani venivano da lui per imparare a volare, diceva loro solamente: “Cominciamo con le basi”. Una persona che sa dire “Cominciamo con le basi” è un vero insegnante di yoga. Ma una persona che cerca di rispondere alle aspettative degli allievi, dimenticando le basi, non è un insegnante di yoga. Ogni sistema ha la sua disciplina. Quando iniziate a studiare matematica, non andate subito all’algebra superiore: iniziate con semplici addizioni e sottrazioni. E’ così che dovrebbe fare un insegnante di yoga, indipendentemente da quello che pensa la gente.
Gli insegnanti di yoga devono avere un piano e seguirlo. Non dovrebbero cambiare il piano a seconda delle opinioni degli allievi. Tendiamo a farci influenzare da svariate opinioni perché pensiamo che, a meno che noi insegniamo quello che l’allievo cerca o si aspetta di imparare, andrà da un altro insegnante e noi perderemo una fonte di guadagno. Quest’idea crea una fobia nella mente dell’insegnante, e quindi diventa difficile insegnare in maniera appropriata. L’insegnamento dello yoga non dovrebbe essere alterato, limitato o vincolato dalle idee degli allievi che vengono a lezione. Dovete avere un piano e seguire quel piano. Nel vostro piano, iniziate sempre dalle basi e cercate di insegnare lo yoga in maniera semplice. Durante la vostra formazione, dovete studiate i diversi metodi e i loro intricati dettagli, ma quando arrivate a insegnare, iniziate sempre dalle basi. Come insegnante di yoga, se diventate troppo complessi, i concetti entrano in un orecchio dei vostri allievi ed escono dall’altro. Quindi la semplicità dell’istruzione, la semplicità della pratica e la semplicità nel guidare lo studente dovrebbero diventare la caratteristica distintiva di un insegnante di yoga. Non dovete tentare di far vedere o dimostrare che ne sapete di più degli altri insegnanti.
Ganga Darshan, Ottobre 2004