Perché sperimentiamo la sofferenza

Ognuno di noi ha un fato, un destino. Lo puoi chiamare in modi differenti ma esso è la base di tutto il dolore e il piacere che dobbiamo subire. E’ responsabile della povertà o della ricchezza, della speranza o della disperazione. Nessuno lotta per la tristezza, la miseria o il dolore. Nessuno fa sforzi per vivere in povertà o malattia. Tutti si impegnano per ottenere una vita felice, sana e prospera, eppure non riescono ad ottenerla. Perché?

Questo dimostra che c’è qualcosa oltre gli sforzi umani che si potrebbe chiamare prarabdha karma, il karma che determina la vita presente. Il prarabdha karma o destino dipende dal purushartha, gli sforzi personali? Questa è sia la mia domanda che la mia risposta. I risultati dell’uomo sono il risultato del suo destino o purushartha? I nostri veggenti dicono che quando viene ricevuta la grazia di Dio non c’è bisogno di purushartha.

Il destino e purushartha sono entrambi inutili di fronte alla grazia di Dio. Ricevere quella grazia, dicono i nostri veggenti, richiede completa fiducia in Dio.

Lascia che la tua fede in Dio sia così profonda da immergerti completamente in lui in modo tale che il dolore si trasformi in felicità. La disperazione scompare e arriva la speranza.

La tristezza e il dolore sono come il giorno e la notte, vanno e vengono, cambiano continuamente la loro posizione come una ruota che gira. Questo è un dato di fatto. Quindi lascia che ci siano cambiamenti nella tua vita per sperimentare la grazia di Dio, l’ultima grazia divina. Ognuno di noi deve cercare di ottenerla.

La grazia divina è la risposta finale a tutti i nostri problemi. E’ per ottenere la grazia divina che ti chiedo di venire qui. A Rikhia ho ricevuto molte cose, potrei non essere in grado di dirti che cosa ho e come li ho ottenuti ma ti posso garantire che questo è un ottimo posto. Puoi passare qui solo quattro o cinque giorni e se riesci a immergerti nel nome di Dio, se la tua mente può centrarsi su di Lui, allora saprai sicuramente che cosa ho ottenuto qui e come l’ho ottenuto.

Yoga Magazine – gennaio 2008 – Swami Satyananda Saraswati