da “Yoga Darshan” (Paramahamsa Niranjanananda)
In Sanscrito, la parola kumbhaka significa “trattenimento del respiro”. Deriva dalla parola kumbha, che significa “un vaso”, che può essere vuoto o pieno. Kumbhaka può essere, quindi, di due tipologie.
La prima è “antar kumbhaka”, o trattenimento interno a polmoni pieni, nella quale il respiro è trattenuto dopo che i polmoni sono pieni d’aria. La seconda è “bahir kumbhaka” o trattenimento esterno a polmoni vuoti, nella quale il respiro è trattenuto dopo espirazione completa. Questi sono i tipi di kumbhaka che possono essere praticati. Esiste anche un terzo tipo che è chiamato “kevala kumbhaka”, o trattenimento spontaneo del respiro, dove il respiro cessa spontaneamente, senza alcuna pratica o sforzo fisico.
La parola kevala o kaivalya significa “ciò che si trova oltre la dualità”. Kevala Kumbhaka è, pertanto, la cessazione spontanea del respiro, che porta oltre la dualità verso lo stato di “samadhi”. Tutte le altre forme di kumbhaka sono note collettivamente come “sahita kumbhaka”. La parola “sahita” significa “combinato con qualcosa”. Sahita kumbhaka comprende tutti gli altri tipi di trattenimento del respiro che sono combinati o indotti dalla pratica. Essi non avvengono spontaneamente: si richiede sforzo per eseguirli. Questi kumbhaka vengono eseguiti per indurre o preparare l’organismo al kumbhaka spontaneo.
Secondo gli Raja Yoga Sutras di Patanjali, il pranayama non è il respiro profondo o il controllo del respiro. È, invece, la cessazione dell’inspiro e dell’espiro, fase nella quale c’è solo kumbhaka. Quando il respiro è controllato in modo da trattenere il respiro, allora si ha pranayama. Perciò, fermare il respiro sia internamente sia esternamente è il significato reale di pranayama. Le altre tecniche sono solo preparatorie all’introduzione del kumbhaka.
In kundalini yoga l’intento del pranayama è deviare il flusso di prana e apana. L’inspirazione, pooraka o arohan, aiuta a re-indirizzare il flusso di apana dalla regione del perineo alla regione di manipura. L’espirazione, rechaka o awarohan, aiuta ad invertire il flusso di prana, cosicché esso si sposti verso il basso da vishuddhi a manipura. La finalità è, in questo caso, di fondere apana con prana e prana con apana in samana, risvegliando, in tal modo, la kundalini shakti ed inducendo kumbhaka spontaneo.